Che cosa sono i Bias Cognitivi

Con il termine “bias cognitivi” si fa riferimento a quelle “scorciatoie mentali” intraprese al fine di affrettarsi nella definizione di una realtà, atteggiamento che di solito ci conduce a delle conclusioni errate.

Con una terminologia psicoanalitica si potrebbero indicare i bias cognitivi come “giudizi (o pregiudizi) che non corrispondono necessariamente alla realtà, sviluppati sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro e che portano dunque ad un errore di valutazione o mancanza di oggettività di giudizio.”

Gli studiosi hanno individuato per lo meno 23 bias cognitivi, ossia: euristica dell’influenza, bias del carro della banda musicale, ancoraggio, bias di conferma, bias della scelta, illusione dello schema, euristica della disponibilità, illusione della frequenza, bias del pavone, bias del senno di poi, attualizzazione iperbolica, escalation irrazionale, bias della negatività, bias dell’inazione, effetto struzzo, effetto placebo, errore di pianificazione, reattanza, bias dell’avversione alle perdite, bias informativo, errore dello scommettitore, bias dell’ordine di grandezza, effetto Galatea.

Per ciascuno di questi bias esistono situazioni reali che vengono compromesse nel modo di percepirle e di viverle proprio dai percorsi mentali sbagliati di cui si cade vittima frequentemente. Vediamone alcuni:

  • si vede dappertutto l’oggetto del desiderio del momento
  • si ha la stessa opinione del maggior numero di persone di cui si viene a sapere il parere su un fenomeno
  • si fa affidamento eccessivo sulle prime informazioni che si hanno sui fatti
  • si dà più importanza alle informazioni che confermano la propria tesi iniziale
  • si tende a razionalizzare le scelte fatte anche se irrazionali
  • si individuano degli schemi che permettono di giungere più velocemente alle conclusioni
  • si sovrastimano le informazioni a propria disposizione
  • si vedono ovunque conferme di ciò che si è appreso
  • si condividono maggiormente i propri successi rispetto ai propri fallimenti
  • ci si considera geni con il “senno di poi”
  • si tende a scegliere il piacere immediato rispetto a quello a lungo termine
  • si prendono decisioni irrazionali per tenere fede a decisioni razionali del passato
  • si preferisce l’inazione rispetto all’azione
  • si nasconde la testa sotto la sabbia quando viene presentato qualcosa che confuta le nostre teorie
  • si cerca di far accadere qualcosa che si desidera fortemente
  • si tende ad essere troppo ottimisti sul futuro
  • si fa solitamente il contrario di ciò che gli altri vorrebbero che facessimo
  • si preferisce evitare le perdite piuttosto che avere dei guadagni
  • si tende ad accumulare più informazioni possibili per fare la scelta più oculata
  • si tende ad essere influenzati di più dagli eventi passati che da dati certi ed attuali
  • si ha difficoltà a stimare diversi ordini di grandezza
  • si viene influenzati nel successo o nell’insuccesso dalle proprie convinzioni.

Ti sei rocnosciuto in una o più di queste situazioni? Raccontami la tua esperienza!

Informazioni su Roberta Berta

Psicologa e psicoterapeuta. Laureata in Psicologia all'università La Sapienza e specializzata in Psicoterapia. Autrice di MondoPsicologi nel tempo libero.
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